Con oltre 70 anni di storia alle spalle, un’anima tutta friulana ma con spiccata vocazione internazionale, Moroso è un’azienda che non ha bisogno di presentazioni nel panorama internazionale del design dove si è ritagliata un posto di riferimento indiscusso per la produzione di imbottiti e sedute d’arredo d’alta gamma, di grande riconoscibilità e altissima qualità. Fondata nel 1952 da Agostino e Diana Moroso che hanno passato poi il timone ai figli Roberto e Patrizia, rispettivamente Presidente e Creative Director, l’azienda conta oggi oltre 125 dipendenti per lo più attivi nella sede italiana di Tavagnacco che vede concentrata ancora buona parte della produzione. Con un fatturato consolidato di circa 30 milioni di euro, nel corso degli anni Moroso si è articolata su mercati strategici, con l’apertura di una filiale a NY e Londra e 14 monomarca in Cina. L’ingresso di Damir Eskerica, da direttore della filiale UK a CEO del brand friulano, ha infuso energia e forza propositiva verso nuovi scenari, lanciando l’azienda in un processo di forte evoluzione ed incremento d’efficienza.
In questo nuovo capitolo, un ruolo strategico ha certamente ricoperto il progetto di revisione del sistema informativo che l’azienda ha scelto di sviluppare con l’accompagnamento di 4Days, nella figura di Cristiano Di Paolo, IT Senior Consultant. Del percorso intrapreso in oltre tre anni di collaborazione, parliamo con Gianpaolo Climelli, IT manager di Moroso SPA.
Come si è avviata la collaborazione con 4Days?
Gianpaolo Climelli: Come spesso accade, il tutto è iniziato per conoscenza e stima. Con Cristiano Di Paolo vi era un rapporto consolidato da anni, sin da quando era a capo dell’area IT di un’importante realtà siderurgica. Quando ha intrapreso il percorso di consulenza in 4Days è stato naturale coinvolgerlo nel ridisegno dei sistemi informativi di Moroso. Alla base vi è infatti affinità di vedute nel concepire il ruolo dei sistemi informativi e nell’interpretare il ruolo dell’IT manager in ambito aziendale.
Qual è il principale focus intorno al quale avete iniziato a lavorare insieme?
Gianpaolo Climelli: Il tema centrale sul quale si è innescata la collaborazione è stato lo sviluppo della Business Intelligence. In Moroso il percorso era già avviato da alcuni anni ma cercavamo un salto di qualità che affinasse non solo gli strumenti ma anche l’approccio. Con Cristiano abbiamo adottato una suite che ci consente ora di gestire i dati in modo radicalmente diverso, sia per capacità di integrare il dato che per la tempestività con cui l’otteniamo.
Il fine era quello di poter generare e offrire una overview dell’azienda nel suo insieme, oltre che focus sulle singole unità e consociate, funzionale ad una più consapevole gestione di controllo. E questo è il primo risultato raggiunto. Il nuovo sistema informativo ha contribuito infatti a leggere l’azienda nella sua unicità, inglobando ambiti non affrontati prima, quali quelli del prodotto e della produzione, con metriche e misure prima non considerate. Un approccio diverso ed innovativo dal punto di vista concettuale con il quale Di Paolo ci ha accompagnato in nuovi percorsi progettuali nei quali vi era necessità di competenze diverse da quelli già presenti in azienda.
Che importanza ha giocato avere un affiancamento esterno in questo percorso?
Gianpaolo Climelli: Il confronto costante con Cristiano, sia per l’andamento dei progetti che per le attività ordinarie, ci consente di avere una valutazione oggettiva di come stiamo operando, avendo inoltre come riferimento l’evoluzione del settore IT nel suo complesso. Dopo molti anni d’attività interna, il rischio è quello di non riuscire ad alzare lo sguardo e capire come accompagnare un’azienda che cambia e che continuamente evolve. Se si guarda l’azienda nello stesso modo, si guarda un’azienda al passato. Poter invece disporre di chi è portatore di esperienze maturate in realtà differenti regala un confronto fondamentale e nuove chiavi di lettura. E ciò dalla semplice analisi del dato sino all’approccio a un nuovo tema. E’ una prospettiva che dall’interno si fa fatica a mantenere, assorbiti dalla realtà aziendale.
Cosa ha guidato il disegno del nuovo sistema informativo?
Gianpaolo Climelli: Abbiamo lavorato per far sì che l’informazione generata fosse sia affidabile che utile all’azienda. Produciamo una mole enorme di dati ma quali sono veramente necessari? Se ne produco molti genero rumore, se pochi, rischio di non avere elementi sufficienti. La chiave è proporre ciò che realmente serve in un determinato ambito aziendale in quel preciso momento. Dove anche la tempestività ha il suo valore, perché ciò che è prodotto in ritardo riguarda il passato. Oggi, finalmente, produciamo il dato in tempo reale.
Che impatto si è generato sulla gestione dell’azienda?
Gianpaolo Climelli: Per seguire l’andamento dell’azienda – il day by day quotidiano -, da un CDA al bilancio, i responsabili d’area e loro collaboratori dovevano prima estrapolare i dati dal sistema gestionale. Oggi il dato è a disposizione, aggiornato ed affidabile. Non v’è bisogno di “fermare le macchine”. Il grande salto è stato acquisire consapevolezza e allineamento, parlare una voce unica, trasversale a tutta l’azienda. Una grande differenza rispetto a quando era necessario ricavare gli stessi dati da sistemi gestionali diversi. Questo non è fondamentale solo per avere consapevolezza sull’oggi, ma per dare nuove basi alla strategia aziendale. Per noi, un passaggio epocale.
Questo ha mutato il ruolo dell’area IT in azienda?
Gianpaolo Climelli: È scattata una sorta di mutua collaborazione: se prima il sistema informativo arrivava in seconda battuta, a passi già compiuti, oggi veniamo coinvolti da subito. Ogni area aziendale che abbia obiettivi da raggiungere ci coinvolge con una nuova fiducia per indagare se e come il sistema informativo possa esser d’aiuto. L’affiancamento “su misura” sta accelerando un passaggio della funzione IT da fornitore di servizi a qualcosa che aiuta il business a performare meglio. Questo accompagnamento, in altre parole, ci fa aderire meglio a visione aziendale ed obiettivi di business.
I risultati raggiunti hanno aperto nuovi fronti di progetto?
Gianpaolo Climelli: I primi progetti affrontati ne hanno stimolato altri, ridefinendo intere aree di lavoro o portando internamente ambiti prima delegati all’esterno. Un altro progetto chiave è stato quello sulla Cybersecurity dove, dopo una fase di assessment, sono seguite azioni mirate, come la formazione interna, dove con il coinvolgimento degli utenti è cresciuto il livello di consapevolezza su questo tema fondamentale.
Altre iniziative dove l’IT Moroso ha svolto un ruolo di primo piano, come l’introduzione di un nuovo CRM evoluto e la nuova piattaforma B2B, hanno consentito di consolidare l’idea di apertura che Moroso ha verso i propri partner esterni, agenzie, rivenditori e professionisti in generale, mettendo loro ad disposizione le informazioni di cui hanno bisogno e dando la possibilità anche a chi non vive l’azienda dal suo interno di averne una visione semplificata.
Il digitale dunque è sempre più una chiave strategica…
Gianpaolo Climelli: Ammodernamento digitale a tutto tondo, che accompagni le strategie del business aziendale. Moroso opera in più di 80 paesi e l’obiettivo è di raggiungere in modo completo e diretto ogni partner interessato. Un orizzonte sfidante sul quale siamo già al lavoro con determinazione. Ma in Moroso, la tensione verso scenari ambiziosi non è mai mancata.
Photo Credits: Moroso